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9. La cultura del "bellessere" Enzo Spaltro, noto psicologo del lavoro, ha introdotto il neologismo "Bellessere", ovvero la bellezza come speranza di un benessere futuro. Le relazioni sono il contesto nel quale il Bellessere trova maggiore fertilità in quanto una relazione è bella se ci ascolta ed è costruita attorno ad un progetto condiviso. Il Bellessere è trasversale a tutti gli aspetti della nostra vita, nel lavoro e nelle interazioni personali. Anche Isabella Covili Faggioli, Presidente AIDP (Associazione Italiana Direttori del Personale) dell'Emilia Romagna e fondatrice della Fondazione Enzo Spaltro, sostiene che "vivere tendendo al bellessere vuol dire considerare il destino futuro come un progetto di vita, proprio e della comunità in cui si vive."
L'esperienza di Enzo Spaltro e dei suoi collaboratori nella ricerca del Bellessere è affascinante e stimolante. Riporto uno stralcio integrale tratto dalle premesse della Fondazione di Enzo Spaltro sul Bellessere: ...." il futuro del bellessere e della sua produzione sono sempre più basati sull'idea di perdono. Chi non sa perdonare, non sa imparare nè produrre molto.
La vendetta limita sensibilmente l'apprendimento, rendendolo mono-dimensionale. Il perdono invece allarga le vie dell'imparare e del produrre ricchezza e bellessere, permettendo maggiore espressione, creatività e benessere. Si può arrivare al perdono sia attraverso la bellezza e il futuro, che attraverso la cittadinanza e il passato. In ogni caso la base del perdono è costituita dal sentimento di onnipotenza e di assurdo che il soggetto vive. Perdonare sempre, ma dimenticare mai: questo è lo slogan per un soggetto del terzo millennio, cittadino della società del bellessere....
La bellezza può aiutarci come fonte di ispirazione soprattutto in un periodo di scarsità come l'attuale, può essere oggettiva e soggettiva, fuori e dentro di noi, richiede allenamento, fatica, energia ma nel contempo compensa con alte gratificazioni. Spaltro ci suggerisce anche dei percorsi di autoformazione pervasi di linguaggi interculturali (danza, musica, film, poesia, ecc.) e di interdisciplinarietà professionale perche la bellezza "può essere continuamente generata e inventata per dare senso al nostro essere ed al nostro agire". E poi indica un decalogo del Bellessere:
- è meglio stare bene che stare male;
- in compagnia si sta meglio che da soli;
- il malessere esiste e lo si scopre; il benessere non esiste e lo si inventa;
- è più complesso vivere nel benessere che nel malessere;
- ognuno vuole stare bene a modo suo, sono finite le feste comandate;
- le cose che piacciono si fanno meglio delle cose che non piacciono;
- di solito è più gradevole pensare al futuro che al passato;
- non c'è gruppo senza futuro e non c'è futuro senza gruppo;
- la bellezza (promessa di benessere) precede la bontà (valutazione di benessere);
- non si sta mai bene o male, ma solo meglio o peggio.
Gli Psicologi devono essere i protagonisti attivi della "cultura del Bellessere", anche questa cultura favorisce un aumento della propria professionalità.
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