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8. La cultura della "rete" La rete unisce, raccoglie, pesca, annoda, produce. Lavorare con una cultura della rete significa aprirsi, andare in cerca, guardare al nuovo, a quello che ancora non si conosce.
Ogni persona vive una sua dimensione psicologica nella quale è capace di muoversi e di relazionarsi. Questa zona, che possiamo chiamare di Comfort, comprende i nostri valori, le competenze, le abitudini, le conoscenze ed i comportamenti agiti, nonché il nostro modo di essere generale. Vi è poi una Zona di Rischio, che comprende il nuovo, l'ignoto, il poco conosciuto; può essere sicuramente una dimensione psicologica che ci preoccupa e che può non farci sentire sempre a nostro agio. Solo passando attraverso la nostra zona di rischio possiamo però crescere e migliorare.
Per la persona, ma anche per le organizzazioni, il fatto di saper andare oltre, essere curiosi al nuovo, guardare con occhi nuovi, significa aprirsi e rappresentarsi con modalità innovative e più allargate. La cultura della rete permette questo e ci spinge a progetti futuri condivisi, comuni e ci stimola nella sperimentazione verso un cambiamento. D'altro canto la Psicologia di Comunità ci orienta in questa direzione, con approcci e strategie interdisciplinari e multidimensionali, come strumenti e risorse fondamentali per il lavoro di rete, dal singolo alle relazioni interpersonali, al sociale.
La professionalità dello Psicologo passa anche dalla "cultura della rete". Anche questo è uno degli strumenti sui quali orientare la propria professionalità.
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