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2. La cultura della "rendicontazione" Il lavoro dello Psicologo è anche "narrativo". Narrare significa raccogliere e fissare un percorso, renderlo vivo per saperlo utilizzare e spiegare. Non possiamo permetterci di perdere la memoria dei fatti raccontati, delle sensazioni e delle emozioni espresse e manifestate dalle persone. Ecco allora che la cultura della "rendicontazione", ovvero saper relazionare, prevalentemente in forma scritta, ciò che è avvenuto prima e durante i nostri interventi professionali, diventa un importante processo per impostare il percorso futuro.
La rendicontazione, per lo Psicologo, viene richiesta sempre più spesso; è lo stesso cliente/paziente che ha bisogno di ricostruire il suo percorso e perciò necessita di una sintesi sui suoi progressi o sui suoi impedimenti.
Nelle strutture di servizio, le famiglie, i parenti, le persone chiedono di avere informazioni sui percorsi e sulle attività volte, negli interenti peritali infine la rendicontazione degli incontri, di ciò che è avvenuto, degli strumenti e delle tecniche utilizzate, sono rigorosamente richieste, oltreché indispensabili.
La rendicontazione è necessaria, ad esempio, dopo un colloquio, dopo una riunione, dopo un'incontro, al termine di un intervento formativo. Agli Psicologi che operano in ambito aziendale viene sempre richiesta, in itinere, una rendicontazione di ciò che è avvenuto e ciò diventa strumento di qualità e di eccellenza. La professionalità dello Psicologo si vede anche dalla sua "cultura della rendicontazione". Anche questo è uno degli strumenti sui quali orientare la propria professionalità.
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