Il prossimo novembre gli Psicologi italiani sono chiamati a rinnovare i Consigli territoriali del loro Ordine (regionali e provinciali per Bolzano e Trento).
Intanto è da sottolineare il fatto che queste elezioni si svolgono tutte nel giro di un mese e questo vuol dire che entro dicembre saranno già insediati tutti e 21 i Consigli territoriali ed i rispettivi presidenti. E che a gennaio potrà insediarsi il nuovo Consiglio Nazionale che è composto dai presidenti dei 21 Consigli.
Grazie alla legge 3 del 2018, quella per intenderci che ha definitivamente riconosciuto gli Psicologi come professione sanitaria, questa volta non dovremo sobbarcarci una lunga stagione elettorale: l’ultima volta tra la prima regione che votava e l’ultima passarono oltre sei mesi, più altri mesi per l’insediamento del consiglio nazionale, con il risultato di quasi un anno di blocco delle attività.
Con la nuova normativa è tutto più rapido ed in poco tempo avremo i nuovi organismi in tutta Italia.
C’è tuttavia una riflessione importante da fare. Noi siamo il Paese dove molti credono che alle elezioni si elegge il Governo e non il Parlamento (frutto di una politica che spesso “forza” la verità per fare polemiche). Oppure che usa le elezioni regionali per fini politici nazionali (esemplare il caso attuale dell’Umbria, Emilia Romagna e Calabria).
Però se l’interesse dei politici è quello di forzare o strumentalizzare, questo non è certo l’interesse degli elettori!
Gli elettori di una regione hanno tutto l’interesse a non confondere le elezioni regionali per elezioni politiche nazionali, a scegliere le persone e le proposte politiche più valide per la gestione del proprio territorio.
In altre parole, a non farsi strumentalizzare per fini che non c’entrano nulla con il buongoverno della loro specifica comunità. Se è vero che le elezioni regionali hanno riflessi nazionali, è però vero che il fine preminente è quello di scegliere il governo locale.
Perché diciamo queste cose che possono sembrare ovvie?
Perché guardando in giro sui social sembra a volte che tra molti Psicologi ci sia quasi l’idea che a novembre si debba eleggere il CNOP e non invece il Consiglio della propria regione.
Questa visione rischia di essere penalizzante per la categoria per varie ragioni ma alcune in particolare:
- Perché una parte rilevante delle decisioni che riguardano il lavoro degli Psicologi vengono prese dalle singole Regioni e non a livello nazionale. Il campo della Sanità, i servizi sociali, il welfare, i servizi alla Comunità, i programmi di prevenzione (e così via) dipendono dalle scelte regionali e locali e quindi dalla capacità di proposta ed interlocuzione dei consigli regionali dell’Ordine.
- Perché gran parte dei servizi erogati agli Iscritti, compresa la formazione, dipendono dai Consigli regionali, che gestiscono in media oltre l’80% delle quote che versano gli Iscritti (stando ai bilanci pubblicati).
- Perché l’applicazione della deontologia è gestita dai consigli regionali, ed è bene quindi poter contare su persone competenti, sagge ed equilibrate.
E’ bene quindi che gli Psicologi a novembre tengano bene a mente che vanno a scegliere il Consiglio dell’Ordine della propria Regione e facciano una scelta oculata tenendo conto della competenza, della serietà e dell’esperienza dei Colleghi che si candidano nel proprio territorio oltre che dei loro programmi.
Vale in questo caso la buona regola che i cittadini hanno imparato per i Sindaci: dalla bontà della scelta dipende l’efficienza del proprio Comune. Prima dei partiti vengono le persone, e forse non è un caso che sempre di più si formano aggregazioni civiche e proposte locali. |