Onnis Luigi, Di Gennaro Angelo; Franco Angeli; Pagine: 112; Prezzo: 19,00 euro
Un tema molto diffuso nella pratica clinica: la malattia cronica.
La malattia cronica coinvolge non solo il piccolo paziente che ne è affetto, ma anche tutte le persone che gli stanno attorno, in particolare i familiari. Pertanto, le preoccupazioni e le reazioni emotive possono coinvolgere in diversi modi tutti i componenti della famiglia ristretta: genitori, fratelli e sorelle.
Il testo, attraverso esempi, mira ad approfondire la dimensione psicosomatica della malattia cronica, in particolare dell'asma. Attribuire una componente psicosomatica ad una patologia significa identificare che la componente somatica del disturbo si collega e interagisce con quella psicologica e relazionale.
In quest'ottica è quindi importante non considerare solo il "corpo da riparare", ma recuperare il senso globale di "una persona da curare", che in quanto persona, ha emozioni e relazioni, è in rapporto con un ambiente, vive all'interno di un contesto.
Inoltre, la famiglia dei pazienti può essere una risorsa terapeutica fondamentale, non solo per le informazioni precise sulla comparsa delle crisi asmatiche e dei fattori che le favoriscono, ma anche per la loro partecipazione attiva nell'individuare dinamiche relazionali possibili fonti di stress emozionali.
Può capitare che l'esordio e poi la "convivenza" con una malattia cronica sia un momento difficile, caratterizzato dallo choc emotivo della diagnosi, dal rifiuto della diagnosi stessa, accompagnata da diverse reazioni come: scoppi di collera, perdita di autostima, maggiore fragilità, senso di inadeguatezza, ... e da pensieri tipo: "Perché proprio a me? Che cosa sta succedendo a mio figlio? Se avessi fatto...".
La difficoltà ad accettare, da parte del paziente e/o da parte dei familiari, la patologia di origine organica, potrebbe provocare uno stato emotivo non funzionale. Ad esempio potrebbe capitare che uno stato d'ansia aumenti la sensazione fisica della malattia innescando un "circolo vizioso" che prolunga il disturbo fisico; cioè: "tanto più sto male, tanto più non mi sento tranquillo"; ma allo stesso tempo il circolo vizioso continua con la sequenza: "tanto più non mi sento tranquillo, tanto più sto male".
Da qui gli autori sottolineano l'importanza di educare alla malattia non solo i pazienti, ma anche i familiari, e tutti coloro che si occupano dei bambini, per imparare a gestire situazioni critiche. |